
Biancaneve, Cenerentola, Belle, tantissime principesse e qualche unicorno!
In che senso? Erano i costumi di carnevale che hanno indossato le bimbe della scuola dell’infanzia di mio figlio. Erano stupende e mi hanno ricordato quanto anche io da piccola adorassi indossare quei meravigliosi abiti pieni di pizzi e fiocchi.
Le bimbe di oggi
Alle bimbe di oggi però viene insegnato che sì, possono essere principesse a carnevale, ma gli altri giorni dell’anno devono “essere in prima linea” contro i pregiudizi per affermare sempre più la parità di genere tra uomo e donna.
Al giorno d’oggi giustamente ci si indigna se in una pagina del quaderno di scuola c’è scritto che la mamma cucina, lava e stira mentre il papà va a lavorare, legge il giornale etc. (Vi ricordate la polemica scatenata sui social qualche mese fa in merito a questo?)
Non si accettano più tutti quegli stereotipi legati ad una società “vecchia” in cui il ruolo della donna è ancora rilegato a quello di focolare della casa.
Le bimbe di oggi se vogliono possono essere Superman, possono fare le gare con le macchinine e possono giocare a calcio con i propri compagni maschi.
Il discorso inverso vale anche per i maschietti ovviamente: non viene più additato come “sbagliato” far giocare un bimbo con le bambole o con la cucina rosa di Masha e Orso (mio figlio Tommy la adorava ed è stato uno dei primi regali che gli ha fatto la sua “super progressista” zia Anna!).
…intanto a casa nostra…
In casa nostra però vige anche la seguente regola: tutte le bimbe sono principesse!
Ora vi spiego meglio: mio marito, uomo d’altri tempi (concedeteglielo… dopo tutto ha 20 anni più di me!), ha sempre insegnato ai suoi figli maschi che le bimbe sono tutte principesse e come tali vanno trattate.
Ecco la tipica scenetta che accade ai giardinetti se una bimba si avvicina a nostro figlio piccolo di un anno e mezzo… mio marito dice: “Jacopetto saluta la principessa!” e lui con sguardo dubbioso, con il suo ciuccio in bocca, fa ciao ciao con la manina. Se poi iniziano a giocare e Jacopetto (diciamo che non ha ancora imparato le regole della galanteria) fa il prepotente, mio marito subito gli spiega che deve far prima passare la bimba e poi, dopo, tocca a lui!
I bimbi di oggi saranno gli Uomini di domani
Nel contesto sociale di oggi dove nulla è più scontato, dove ci si stupisce anche delle più banali regole della buona educazione, dove ci si meraviglia quando si riceve un saluto o un grazie inaspettato, ecco che io trovo meraviglioso insegnare ai nostri bimbi maschi sin da piccolissimi queste “gentilezze”.
Crescere un figlio maschio, oggi più che mai, richiede accortezza, fermezza e capacità di “guardare oltre”.
Da donna e da madre sento molto la responsabilità di crescere dei futuri uomini:
- che siano educati, gentili, rispettosi;
- che sappiano sempre difendere i più deboli (indipendentemente da sesso, razza, religione e quant’altro);
- che non siano mai arroganti ma che allo stesso tempo siano forti caratterialmente;
- che abbiano ben chiaro il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato;
- che sappiano essere autorevoli e che sappiano trovare il loro posto nel mondo con determinazione.
Voglio che crescano capendo a fondo il significato delle parole in modo tale che non si possano mai permettere di “apostrofare” una donna con termini poco consoni solo perché lo sentono dire da altri compagni; vorrei che sviluppassero un senso critico che permetta loro di riuscire a “prendere le distanze dal branco” quando si rendono conto che si sta “sbagliando strada”.
Ecco perché per me, questa “accortezza” che il loro papà gli insegna ogni giorno, è un piccolo mattoncino che contribuirà al loro “diventare uomini per bene”: perché il cambiamento nasce sempre dalle piccole cose.

Questo basterà per fare sì che in futuro crescano con saldi valori, rispettosi dell’essere umano e della donna? Forse no ma sicuramente è un piccolo passo, un piccolo gesto che loro ricorderanno sempre.
Quindi: donne, bimbe… concediamoci di essere considerate principesse una volta ogni tanto!
Diletta

@dilettacaselle