
Possa questo mio pensiero servire da monito per molte di voi che mi leggete: donne che vogliono rinascere dalle proprie ceneri, emergere per realizzarsi e, soprattutto dimostrare a se stesse di potercela fare.
Nel mio immaginario, una donna nuda, la mia “naked woman”, non è una donna senza veli, bensì una creatura che si mette a nudo senza nascondersi dietro a false ipocrisie dettate ed imposte dagli schemi sociali. La mia “naked woman” parla di una donna e del suo mondo.
Donna che gioca, scommette, si reinventa. Fortemente paurosa o impavidamente fragile. Cade e lotta, e ride e piange.
Poi di colpo non piange più, non vi è alcuna ragione per farlo: sa superare ogni ostacolo, è forte, è quasi onnipotente. È sorpresa costante, non è facile starle dietro, c’è chi si spaventa e scappa, ma lei non ha bisogno di nulla e di nessuno, cammina a testa alta nonostante il peso dei ricordi che le fanno male.
È tacchi, è culo, è cervello, è mani che lavorano e non si tirano indietro, è impegno coerente e costante.
È figlia, mamma, sorella, amante, casta o puttana.
È donna, coraggiosamente nuda nella sua sincerità e chiarezza di intenti.
E tu, quando è stata l’ultima volta che ti sei messa a nudo?
