
Hokokimori, un parola dal sapore orientale che probabilmente vi incuriosisce, ma che in realtà indica un fenomeno preoccupante che riguarda i nostri figli.
Hokokimori vuole dire in giapponese “stare in disparte” ed è stato proprio usato in oriente per la prima volta perché lì erano stati individuati quei primi ragazzi che si auto-escludevano e rimanevano rinchiusi in casa pur di sfuggire al confronto con i coetanei e con il mondo. Perfino i pasti venivano consumati in camera! Quindi con questa parola si indicano appunto quei ragazzi che stanno tutto il giorno in casa, spesso navigando in rete o giocando a videogame online con grandi cuffie per non sentire nemmeno le voci dei genitori, oppure semplicemente non fanno nulla, non praticano uno sport o escono con gli amici. È facile intuire come dietro a questo comportamento si celi un fortissimo disagio, una forma di depressione che assale questi giovani, rendendoli incapaci di affrontare anche un semplice dialogo con un compagno di classe. I ragazzi hokokimori infatti sono a disagio tra i coetanei, quindi trovano ogni scusa per non andare a scuola, evitare il mondo del lavoro, figuriamoci partecipare ad eventi sociali. Chiudersi in se stessi equivale ad una forma di auto-protezione da un mondo che questi giovani sentono cattivo e troppo giudicante, in un’età così delicata come l’adolescenza.

Da insegnante, posso purtroppo confermare che questo fenomeno è in espansione e spesso questi ragazzi manifestano anche comportamenti violenti verso i genitori che tentano di avvicinarsi. Sono la maggior parte maschi, forse perché le ragazze in un modo o nell’altro tendono ad aprirsi un po’ di più e accettare aiuto da un’amica, dalla famiglia o da uno psicologo. E il fatto interessante, e lo dico parchè ho di persona vissuto un’esperienza simile a scuola, sta nell’intelligenza di questi ragazzi, anche leggermente superiore alla media. Forse questa loro spiccata capacità intellettiva però va a compensare una fragilissima capacità emotiva, ovvero sono molto sensibili sul piano delle relazioni e basta poco per farli cadere nell’ abisso della depressione. Spesso i ragazzi hokokimori hanno problemi in famiglia, magari una causa concatenante di questo disturbo, come un padre assente o una madre depressa, piuttosto che un senso di competizione e frustrazione con un fratello o sorella.

Cosa fare quindi e quali sono i segnali di allarme? innanzitutto se il ragazzo manifesta una eccessiva preoccupazione nell’andare a scuola, un’ansia ingiustificata nell’uscire di casa oppure il non voler parlare mai con i propri genitori ad esempio, né tantomeno con un amico. Ma forzare il ragazzo sarebbe solo controproducente, bisogna innanzitutto capire da dove ha origine questa ansia (magari è vittima di bullismo) e con calma parlare, non farlo mai sentire solo e incompreso, ma lasciargli anche i suoi spazi. La cosa migliore sarebbe farlo parlare con uno psicologo o una figura professionale che lo supporti, e coinvolgere anche i suoi insegnanti, chiedere se notano comportamenti strani in lui. Se tutta la rete attorno a lui si coalizza e lo circonda di affetto e positività, la guarigione non può che essere una naturale conseguenza.
Esther

@esther.esse