“Ho partorito il cinque luglio scorso.
Voi non vi ricorderete di me, perché io sono stata solo un numero, un’altra brutta giornata di lavoro, una partoriente come tante altre, forse un po’ più antipatica, un po’ più noiosa; ma non ho la pretesa che vi ricordiate. È giusto così.
Quello che invece non è giusto è che io mi ricordi di voi.”
Inizia così questo articolo senza firma.
Leggerlo ci ha fatto male, ci ha reso incredule.
Abbiamo stretto la nostra mittente in un abbraccio virtuale, e ci travestiamo da messaggere per dare voce ad un dolore che forse non guarirà mai.
Crediamo sia doverosa la condivisione di questo grido.